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ETF Petrolio: guida completa

Cos’è ETF Petrolio? Come funziona ETF Petrolio? Quanto si guadagna con ETF Petrolio?

In questo articolo ci occupiamo di tutto ciò concerne gli ETF Petrolio. Un modo per investire su un asset tradizionale, che interessa sempre i trader e soggetto a vari fattori influenzanti. Quindi va anche studiato molto nei meccanismi soggiacenti.

Vedremo in generale cos’è un ETF, come investire al meglio sul petrolio e i migliori Broker per farlo.

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ETF cosa sono

Cosa sono gli ETF? Prima di vedere meglio da vicino gli ETF Petrolio, facciamo una ripassatina sugli ETF in generale.

Il loro nome deriva da un acronimo di Exchange Traded Fund. Traducibile in Fondi comuni di investimento, poiché sono dei panieri che raccolgono diversi titoli.

La loro gestione è di tipo passiva, in quanto si limitano a replicare le performance degli asset sottostanti. La loro composizione è fissa.

La loro compravendita avviene tramite Borsa, pertanto, li puoi cedere ai prezzi di mercato regolamentati. Sono prediletti dai trader retails (il gergo con il quale sono indicati gli investitori con piccoli capitali) e dai risparmiatori.

ETF come funziona

Come funziona un ETF? Abbiamo prima accennato al fatto che si tratti di fondi a gestione passiva. Rispetto ai fondi comuni di investimento di tipo classico, i quali invece hanno una gestione di tipo attivo. I quali rispettano i vincoli di composizione.

Gli ETF, invece, replicano un indice di borsa sottostante (chiamato in gergo borsistico benchmark). Ciò significa che acquistano e vendono titoli in modo automatico, al fine di replicare in modo esatto le performance di un intero indice. Facciamo l’esempio di FTSE MIB, che è l’indice più importante della borsa italiana.

Esistono poi gli ETF smart Beta, i quali replicano l’andamento di indici smart. E pur avendo sempre una gestione di tipo passiva, resta comunque diversa.

ETF vantaggi

Quali sono i vantaggi di investire in ETF? Li possiamo riassumere così:

1. Costi di gestione molto ridotti

Gli ETF vantano, rispetto ad altre forme di investimento e risparmio, dei costi molto più bassi. Che vanno in una forchetta che oscilla tra lo 0,10% e lo 0,50% di commissioni.

2. Consentono di diversificare

La diversificazione è uno dei comandamenti che un trader deve seguire, in quanto diversificare il proprio portafoglio titoli, significa controbilanciare i rischi.

Se un asset sta andando male, avrai sempre la possibilità che altri che appartengono ad altri settori, vadano meglio.

Per loro natura, gli ETF consentono di investire su tanti titoli diversi. Mentre i fondi comuni di investimento spesso si concentrano solo su un determinato tipo di settore, area geografica, categoria merceologica.

3. ETF negoziati direttamente in Borsa

In genere, fare trading su mercati esteri si rivela una scelta onerosa. Anche in questo gli ETF sono vantaggiosi, in quanto sono negoziati direttamente sulla Borsa di Milano. E ciò si traduce in minori commissioni da sostenere (ovviamente se si è investitori con residenza in Italia).

Ciò non vuol dire non poter investire a livello internazionale. E’ possibile infatti puntare su ETF che replicano l’andamento delle borse mondiali.

4. Asset molto liquido

Gli ETF si presentano anche come asset molto liquido. Cosa significa ciò? Che puoi venderlo quando vuoi, così come comprarlo.

Naturalmente non tutti, ma soprattutto quelli ben capitalizzati. Altro vantaggio è anche quello di perdere poco denaro nel caso in cui il trend cambi velocemente. Proprio per la rapidità con la quale lo si può vendere appena si agitano le acque e cambia il vento. Si pensi invece a quegli strumenti difficili da vendere, che perdono valore giorno per giorno (non solo le azioni o le borse in generale, si pensi ad un immobile).

5. Rischi generalmente bassi

Come tutti gli investimenti, anche gli ETF comportano dei rischi. I fattori di rischio da considerare per gli ETF sono:

  • Indice sintetico di rischio: si tratta di un valore espresso da 1 a 7, con 1 che rappresenta il meno rischioso e 7 il più rischioso (per intenderci, un Etf con indice sintetico di rischio 2 è meno rischioso di uno che ha un 5)
  • Paese sul quale si investe: i paesi che offrono maggiori possibilità di guadagno sono anche quelli più rischiosi. Si pensi ai paesi emergenti, a quelli dal sistema politico e socio-economico sempre precario
  • Tipologia di indice: dipende anche dagli asset sottostanti il cui valore viene replicato. Si pensi alle azioni, va da sé che sono più volatili come asset

Quindi, gli ETF hanno un tipo di rischio che si colloca a metà e dipende dai fattori visti in precedenza. Pertanto, si mostrano più rischiosi rispetto per esempio ai titoli di Stato ma molto meno rispetto alle azioni e ancor meno rispetto alle criptovalute (estremamente volatili e incerte).

Migliori piattaforme per investire in ETF

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ETF Petrolio cosa sono

Cosa sono gli ETF sul Petrolio? Parliamo di Exchange Traded Fund che investono appunto esclusivamente sull’oro nero. Quindi non sono un paniere con più asset di vario tipo all’interno.

Investire sul Petrolio può rivelarsi la scelta giusta, sebbene sia un asset che da un po’ di anni fa fatica. E la Pandemia da Coronavirus Covid-19 ha portato ad uno stravolgimento di questo settore. Con addirittura il petrolio WTI per la prima volta finito con segno “meno”.

Ecco come vanno le quotazioni attualmente del WTI:

Tuttavia, le grandi crisi economiche sono anche una grande opportunità per fare ottimi affari. Investendo proprio in quegli asset che con la ripresa possono risalire. Ed il petrolio è uno di questi.

ETF Petrolio conviene?

Conviene investire in un ETF Petrolio? Individuiamo quelli che sono i potenziali vantaggi di questo asset:

1. Quote economiche accessibili

Solitamente, un lotto sui principali mercati del petrolio lo trovi minimo a 100mila dollari, mentre i microlotti a 10mila dollari e in alcuni casi vantaggiosi, anche a mille dollari.

Sono cifre che molti non possono permettersi, cosa che invece non accade con gli ETF. Infatti, vantano quote con un valore anche di molto inferiore ai mille euro.

2. Commissioni molto basse

Come già detto, gli ETF presentano commissioni molto basse. Riguardo specificamente al Petrolio, per esempio i fondi comuni di investimento possono arrivare a superare anche il 2%.

Gli ETF sul petrolio oscillano tra lo 0,15% e lo 0,45% su base annua. A fronte invece di un profitto superiore all’1% annuo.

3. Investono solo su un tipo di asset

Gli ETF Petrolio investono su una sola tipologia di asset: l’Oro nero appunto. Quindi non si tratta di un insieme diversificato di asset messi in un portafoglio.

Ciò consente di avere una idea più chiara sull’andamento del proprio asset, sebbene non si perseguirà la diversificazione detta in precedenza.

4. Possibilità di investire allo scoperto o con leva minima

Sulla Borsa di Milano vengono quotati oltre 20 ETF sul Petrolio.

Alcuni consentono di investire allo scoperto, dato che hanno un andamento inverso rispetto alla effettiva performance del petrolio. Significa che se il prezzo del petrolio scende, il nostro investimento ne beneficia. Altrimenti, in caso opposto, il nostro investimento perde valore.

Riguardo la Leva finanziaria, sulla Borsa di Milano la troviamo a livello 3, 5 o 7.

Sconsigliamo di utilizzare una leva finanziaria superiore, in quanto già il Petrolio è di per sé un asset abbastanza volatile.

Oltretutto, la Leva finanziaria di per sé è uno strumento pericoloso, non a caso descritta come “arma a doppio taglio”, dato che come moltiplica i profitti, così è in grado di moltiplicare le perdite.

Non a caso, la direttiva MiFID II emessa da ESMA nel gennaio 2018 l’ha ridotta ad un massimo di 1:30 per i trader retails.

Occhio dunque ai Broker che propongono Leve esorbitanti, in quanto spesso sono truffe. O ai mercati over-the-counter che offrono leve elevate, con tutti i rischi del caso.

ETF Petrolio tipi

Quali tipi di ETF Petrolio esistono? Le tipologie di ETF, si dividono tra quelli che puntano al petrolio americano (WTI), quello europeo (Brent), che investono long, che lo fanno short, tutelati o no rispetto al rischio di cambio.

In linea di massima, questi sono i tipi di ETF Petrolio sui quali si punta di più:

  1. ETF Classico: replica fedelmente l’andamento del Petrolio
  2. ETF Petrolio Short: si occupano di investire sull’inverso del petrolio, mediante complicate manovre finanziarie. Consigliati se si vuole investire allo scoperto
  3. ETF Petrolio con leva: replicano l’andamento dell’Oro nero e lo moltiplicano con Leve finanziarie di livello 2, 3, 5, 7 e 10. Come detto però, si tratta di una arma a doppio taglio, quindi meglio usarla con parsimonia, magari facendo varie prove tramite Conto demo
  4. ETF petrolio con protezione dal rischio di cambio: hanno da un lato un costo maggiore, ma di contro, sono maggiormente assicurati rispetto al cambio USD/EUR

Quale ETF Petrolio scegliere?

Visti quali sono gli ETF petrolio più diffusi e utilizzati, viene un’altra domanda: quale scegliere?

Ovviamente, dipende da cosa ci attendiamo che il fondo faccia, dalle nostre possibilità economiche, dalla nostra indole di investitori o risparmiatori.

Diciamo che, in linea di massima, chi predilige un investimento sicuro e tranquillo, quindi non è un trader avventuriero e a cui non piace l’azzardo, consigliamo proprio il primo tipo: l’ETF classico sul petrolio.

Chi invece ama “l’avventura” e ha un portafoglio titoli già di per sé ben strutturato e variegato (per conseguire la cosiddetta diversificazione), allora può ricorrere agli altri ETF.

ETF Petrolio rischi

Quali sono i rischi degli ETF Petrolio? Come tutti gli investimenti, anche l’ETF Petrolio ha i suoi rischi. Vediamo nella fattispecie i principali:

  1. Scarsa liquidità del fondo: il rischio è che più il valore complessivo del fondo è basso, più il rischio aumenta. Giacché in caso di scarsa liquidità, lo spread tra domanda e offerta si allarga
  2. Volatilità: ciò è dovuto alla natura dell’asset. Di per sé abbastanza volatile, per i vari fattori che lo influenzano (politici, economici, sindacali, bellici)
  3. Cambio: investendo in ETF denominati in Dollari americani, occorrerà anche tener presente il tasso di cambio con l’Euro. Per esempio, se l’Euro al momento dell’acquisto valeva meno del Dollaro, lo pagheremo di più. E se al momento della cessione il Dollaro si svaluta, guadagneremo di meno)

In linea di massima, parliamo di uno degli ETF più rischiosi tra quelli che esistono. Proprio perché si basa su un solo asset, tra l’altro alquanto volatile come il Petrolio.

Infatti, nella succitata scala da 1 a 7 si colloca su 5. Quindi ha un rischio considerato abbastanza alto.

ETF Brent e ETF WTI differenze

Quali sono le differenze tra un ETF Brent e un ETF WTI?

L’ETF Petrolio Brent si riferisce al petrolio europeo, in particolare, al giacimento di Brent, scoperto nel Mare del Nord. Più precisamente, si trova nelle acque territoriali della cittadina scozzese di Aberdeen.

Come importanza, si colloca al secondo posto. Sebbene si caratterizzi per una quantità più scarsa. Il Brent incide comunque per il 60% sul prezzo medio.

ETF Petrolio WTI è acronimo di West Texas Intermediate, chiamato anche Texas Light Sweet.

Si riferisce al mercato di Cushing, in Oklahoma.

ETF Petrolio: i fattori da tenere in considerazione

Quali sono i fattori da considerare per investire negli ETF Petrolio? Ovviamente, sono collegati solo al Petrolio, in quanto unico asset presente nel paniere.

Quindi, ci troveremo fattori economici da considerare, come l’andamento dell’industria in generale. Grandi crisi industriali comportano, gioco forza, una minore richiesta di petrolio. A ciò va aggiunto un altro comparto industriale specifico come quello delle automobili, che sfruttano il petrolio sotto forma di idrocarburi.

Ciò spiega facilmente perché, con il propagarsi del Covid-19 e quindi con la quarantena che ha portato a buona parte delle auto ad essere pressocché inutilizzate, e con l’arresto brusco dell’industria, il prezzo del petrolio è affondato. Soprattutto quello WTI, che ha fatto registrare record negativi clamorosi. Nonché la scarsa vendita di contratti derivati.

Altri fattori sono quelli diplomatici e bellici, in quanto, appena uno Stato produttore di petrolio entra in guerra o in una posizione dispotica, taglia l’offerta di petrolio destinata all’esportazione.

Anche l’instaurazione di una dittatura può portare a ciò, oltre che un inasprimento dei prezzi. Dato che il dittatore di turno tende a statalizzare la produzione ed impostare prezzi più elevati.

E caso vuole che molti tra i principali produttori di petrolio siano quelli Mediorientali o per esempio il Venezuela.

Anche la scoperta di nuovi giacimenti può incidere sul prezzo del petrolio, dato che gioco-forza aumenta l’offerta.

Incidono anche le nuove tecnologie, per esempio le energie rinnovabili che mettono a rischio fette di mercato del petrolio.

Il prezzo del petrolio è strettamente correlato ad un altro asset: il dollaro. Se il valore del dollaro aumenta, aumenta anche quello dell’oro nero. Quindi, anche il tasso di cambio va preso in considerazione, come detto già in precedenza.

Infine, ci sono i fattori legati ai sindacati. Le società preposte all’estrazione del petrolio potrebbero scioperare o fallire, portando ad una riduzione del greggio estratto. Quindi ad una minore quantità di petrolio offerto e ciò comporterà una impennata del suo prezzo.

Migliori ETF Petrolio quali sono

Quali sono i migliori ETF Petrolio su cui investire? Di seguito ne proponiamo 2:

ETF WTI CRUDE OIL

Siamo di fronte ad un ETF prodotto in America, con uno Spread Massimo di 1,50%. Il rischio sintetico è alto, 6 su 7. Le commissioni sono contenute: 0,45% per i costi di portafoglio e 0,54% per gli altri costi correnti. E’ un asset molto liquido.

ETF Brent Crude

Questo asset si riferisce al petrolio europeo, con uno Spread Massimo: 1,50%. L’indice sintetico anche in questo caso è di 6 su 7 e le commissioni sono le stesse del precedente. La sostanziale differenza, però, è la minore liquidità rispetto al WTI.

ETF Petrolio tasse

Quali sono le tasse da pagare sull’ETF Petrolio? Rientrano nei redditi da capitale, ed in quanto tali sono tassati al 26%.

Invece, le perdite generate sono considerati redditi diversi di natura finanziaria. E ciò non consente pertanto di compensare le minusvalenze con le plusvalenze con lo stesso strumento.

L’imponibile viene calcolato esclusivamente tra il prezzo all’acquisto e il prezzo alla vendita. Quindi, se si acquista mille euro di quote ETF Petrolio e lo si rivende a 1.200 euro, saremo tassati sui 200 euro, vale a dire la Plusvalenza.

Pertanto, su questa operazione andremo a pagare 52 euro di tasse, da inserire nella dichiarazione dei redditi.

Ci sono anche strumenti con tassazione più bassa, per esempio i titoli di stato dei paesi white list, tassati al 12,5%. Ciò in quanto offrono un profitto molto più basso e allora il Governo ha pensato di renderli più appetibili imponendo su di essi una tassazione a meno della metà.

ETF Petrolio: conclusioni

In questa guida sugli ETF petrolio abbiamo visto quelle che sono le caratteristiche degli ETF in generale per poi passare agli investimenti veri e propri su questa piattaforma.

Abbiamo anche passato in rassegna quelle che sono le piattaforme migliori per utilizzare gli ETF. A seconda della propensione al rischio è consigliabile utilizzare particolari tipi di ETF. La differenza, ancora una volta, la fa la piattaforma. Utilizzando broker sicuri e certificati come eToro (trovi qui il sito ufficiale) e Plus500 (trovi qui il sito ufficiale) si ha la garanzia di avere a disposizione i migliori strumenti e le commissioni più basse.

E questo anche per i principianti determina la possibilità o meno di operare con piattaforme efficienti che permettono di investire in tutta sicurezza e con profitto.

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