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ETF: cosa sono e come funzionano

Cosa sono gli ETF? Come funzionano gli ETF? Conviene investire negli ETF?

In questo articolo forniremo una guida completa sugli ETF. Acronimo di Exchange Traded Funds, particolari fondi di investimento.

Del resto, prima di investire capitali in un asset, dobbiamo conoscerlo a fondo. Capire su quali meccanismi si basa. Se è conveniente. Se non si va incontro a delle truffe.

Del resto, con l’arrivo della tecnologia moderna, accedere ai mercati finanziari è molto facile. Ma ciò mette anche a rischio di incappare in truffe o mettersi in un gioco troppo grande rispetto alle proprie possibilità economiche e conoscenze tecniche.

Alla fine della guida sugli ETF, e dopo aver fatto una panoramica, vedremo infine su quali Broker conviene investire.

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ETF cosa sono

Cosa sono gli ETF? Acronimo di Exchange Traded Funds, si tratta di particolari fondi d’investimento (denominati anche con un altro acronimo, Sicav) con una tipologia di gestione passiva.

Gli ETF vanno pensati come panieri di titoli appartenenti alla stessa categoria merceologica. Investirci significa porre il proprio risparmio assieme al risparmio di altri investitori. Sarà poi il gestore dell’ETF a raccogliere i loro capitali ed acquistare gli strumenti su cui investire.

L’andamento dell’ETF, proprio perché raccoglie più asset messi insieme, corrisponde a ciò che fanno i singoli strumenti che ne fanno parte.

ETF cosa significa

Cosa significa ETF? E’ un acronimo stante per Exchange Traded Funds. Traducibile in fondi indicizzati quotati. Ciò in quanto sono dei fondi quotati in Borsa, che raccolgono dei titoli.

Sono quindi immaginabili come dei panieri di asset afferenti a determinate categorie merceologiche.

ETF vantaggi

Quali sono i vantaggi di investire su un ETF? I seguenti:

  1. Strumento estremamente liquido: si tratta di strumenti altamente liquidi, proprio perché è estremamente semplice acquistare o cedere nuove quote. Così come vedere il loro valore salire o scendere con altrettanta facilità.
  2. Strumento altamente versatile: pure il risparmiatore che investe quote ridotte può accedere tramite essi ai principali indici di mercato.
  3. Molto efficiente: asset molto vantaggioso a livello di costi, dato che il costo di gestione raramente va oltre lo 0,5%. Basti pensare che quello di un fondo attivo arriva a costare anche 4 volte tanto.
  4. Fortemente trasparente: gli ETF offrono una radiografia completa dello strumento in tutti i suoi aspetti.
  5. Asset sicuro: tale sicurezza risiede nel fatto che quanto si investe in ETF è separato dal patrimonio della società emittente l’asset. Ciò si traduce nel fatto che, anche in caso di fallimento di quest’ultima, il capitale investito viene restituito lo stesso.
  6. Possibilità di strategie multi-asset vincenti: tale possibilità consente di sfruttare le tendenze di crescita di medio periodo sui mercati.
  7. Quotazione in tempo reale: come avviene per le azioni
  8. Investire con capitali contenuti e alla portati di molti
  9. Acquistabile facilmente: è possibile acquistarlo proprio come un’azione sul mercato italiano, attraverso Broker e Banche. Sebbene convenga più con i primi, specie quelli spread-only e con commissioni agevoli come quelli che vedremo a fine guida

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ETF come funziona

Come funziona un ETF? Gli ETF sono fondi che prevedono strategie di tipo passivo. Pertanto, replicano l’andamento di un indice o il prezzo di una tipologia di asset.

Per poter garantire ciò, i gestori di un ETF acquistano quote di titoli degli indici di riferimento (benchmark) in modo proporzionale rispetto ai capitali che hanno realmente a disposizione. Ciò farà sì che il valore dell’investimento corrisponderà precisamente a quello dell’indice replicato.

E qui sta una sostanziale differenza con i fondi attivi. In questi ultimi, il gestore ha un’ampia discrezionalità nel comprare titoli. Proprio per conseguire un lauto profitto.

Invece, quando si investe in un ETF, si conosce la tipologia di prodotti nei quali saranno investiti i propri risparmi. Pertanto, il risultato finale non dipende da quanto sia abile il gestore, ma dalla performance dell’indice stesso. Alias, dalla somma delle performance di tutti gli asset che ne fanno parte.

Un ETF è depositato presso una banca, detta appunto depositaria. In caso di fallimento, non può vantare alcun credito nei confronti dell’Etf.

E’ anche vero però sottolineare il fatto che, dato che quest’ultimo detiene la liquidità proprio su conti dell’istituto bancario, risulterà alquanto difficile recuperare i fondi in tempi brevi in caso di fallimento.

E’ bene poi anche sapere che gli Exchange Traded Funds sono iscritti a nostro nome in un registro presso la banca. Quest’ultima poi risulta iscritta nel registro dei creditori della banca depositaria. Pertanto, anche se è difficile che si risalga all’effettivo creditore dell’Etf (quindi anche a noi), risultiamo comunque distanti dal portafoglio dell’Etf.

Come investire in ETF

Passiamo ora all’atto pratico. La scelta di un ETF, non va fatta solo guardando la tipologia di asset ai quali quelli che lo costituiscono fanno parte. Del resto, investendo in una sola tipologia, si finisce per avere molte opzioni di fronte.

Ecco i fattori principali da tenere presente se si vuole investire in ETF:

  • Quantità di masse gestite dal fondo, aspetto che ne determina la effettiva liquidità
  • Strategia di replica, che può essere di tipo fisico o sintetico. Anche se è meglio prediligere il primo tipo
  • Costo che si andrà a sostenere, dato che è la voce che decurterà il nostro profitto finale
  • Valuta di riferimento
  • Provider, preferendo comunque quelle aziende che hanno una qualità già provata
  • Premio o sconto: concessi quando si cedono le proprie quote

ETF conviene?

Conviene investire in ETF? La domanda è più che lecita. Onde evitare di fare un investimento poco fruttuoso o al di sotto delle nostre aspettative.

Si tratta di asset estremamente pratici e generalmente che costano poco. Negli ultimi tempi, tra l’altro, stanno ottenendo crescente favore da parte di risparmiatori ed investitori. Dato che le gestioni attive si stanno mostrando meno certe di sovraperformare il benchmark. Oltre ad avere pure costi di gestione più alti.

Gli ETF sono per certi versi simili alle azioni, dato che sono quotati in Borsa. Inoltre, anche singole quote possono essere acquistate o vendute in qualsiasi momento. Somigliano per certi versi anche alle obbligazioni.

Basti pensare che solo su Borsa Italiana vengono quotati un migliaio di ETF. Ciò fa sì che il gestore dei capitali raccolti abbia un ampio ventaglio di scelta dinanzi a sé. Inoltre, è possibile impostare stop loss e limiti. Ma pure comprare a margine e vedere short.

Investire in un ETF può convenire se si vuole perseguire uno dei comandamenti che i trader devono seguire: diversificare il proprio portafoglio titoli. Ciò significa investire su più tipi di asset, di diversa natura. Proprio perché, se uno o più stanno andando male, avremo la possibilità di controbilanciare le perdite con altri asset che stanno andando bene.

E proprio grazie agli ETF perseguire la diversificazione è ancora più facile.

Investire in ETF può convenire anche per quanto concerne i costi da sostenere. Come visto, particolarmente ridotti quelli di gestione.

I gestori sono in grado di ottimizzare le operazioni di acquisto o vendita riuscendo ad abbassare i costi generali della loro gestione.

Ovviamente non tutti credono nella bontà di investire negli ETF.

Infatti, c’è chi ritiene che le strategie passive, per quanto possano essere avvantaggiate da andamenti positivi dei mercati, siano poi quelle che paghino maggiore pegno quando il mercato cambia andamento.

Inoltre, c’è chi li vede come un male per la stabilità del mercato. In quanto, con la loro diffusione, finiscono per appiattire le differenze che permettono di riconoscere poi il merito dei fondamentali.

Analizzando sempre la convenienza o meno di investire in un ETF, dobbiamo anche essere consapevoli che si tratta di Tracker. Quindi, in virtù di ciò, occorre tener presente la correlazione esistente tra ETF e Benchmark di riferimento.

Attenzione poi alla valuta del sottostante. Specie se si tratta di ETC, ossia ETF contenenti commodities. Il gergo anglosassone che si riferisce alle materie prime, divise in Hard e Soft.

Le prime sono quelle che prevedono la trivellazione del sottosuolo per il loro reperimento (gas, petrolio, metalli preziosi), la seconda la coltivazione sulla superficie del terreno o l’allevamento (frutta, ortaggi, cereali, carne, latte, ecc.).

In caso di ETF obbligazionari, anziché valutare la correlazione con il benchmark, occorre fare un’analisi con i debitori in esso, la duration media nonché il rendimento.

L’offerta e la relativa informativa riguardante gli ETF, sta aumentando nel tempo proprio per il crescente interesse dei risparmiatori.

Uno dei principali svantaggi riguarda il fatto che vadano acquistati solo in mercati secondari. Non è possibile crearselo da sé, ma bisogna acquistarli già “confezionati” così come sono.

E può succedere che in un ETF ci siano società con bilanci problematici e infilate dentro malgrado poco appetibili.

Come scegliere ETF

Come vanno scelti gli ETF? Come per ogni forma di investimento, occorre avere ben chiari i propri obiettivi. Nonché la propria propensione al rischio. Non tutti gli asset sono uguali, sia a livello di rendimento che di rischio. Pertanto, dipende da cosa ci aspettiamo che un asset faccia e quali sono le nostre reali possibilità economiche.

ETF tipi

Quali sono i tipi di ETF disponibili? Eccoli divisi per categorie:

ETF Standard

Include tutti quelli che investono su determinate classi di attività, zone geografiche o settori industriali.

Gli ETF Style

Qui rientrano i Market Cap ETFs e i Value Style ETFs. I primi investono in titoli azionari selezionandoli in base alla loro capitalizzazione di borsa (ETf Large Cap, Mid Cap, Small Cap). I secondi sui titoli azionari divisi in base a prezzo o dinamica dei rendimenti.

Poi abbiamo gli ETF Growth che investono in titoli azionari i cui dividendi sono attesi ad un ritmo di crescita superiore rispetto alla media del mercato.

Infine gli ETF Blend, che incorporano i parametri dei Value e Growth.

ETF Strutturati

Non replicano semplicemente un indice, ma attuano delle strategie di posizionamento lunghe o corte. Vi rientrano quelli a Leva, short o covered.

ETF Attivi

Puntano a conseguire un rendimento più alto rispetto al Benchmark e mettono in atto una serie di strategie per modificare il portafoglio sottostante.

ETF costi

Quali sono i costi che comporta un ETF? Esso si chiama TER (acronimo di Total Expense Ratio: traducibile in Costo Totale).

Gli ETF hanno costi diversi a seconda della tipologia e dipendono da vari fattori:

  • tipologia di costruzione (fisica o sintetica)
  • liquidità dell’indice di riferimento
  • strategie commerciali
  • detenzione di un ETF
  • livello di complessità

L’aspetto principale è il Tracking Error, il quale incarna la reale misura del costo dello strumento come scostamento (in genere di tipo negativo) dalla performance netta dell’indice di riferimento.

Spesso un ETF ha pure altri rischi ed è raro che le società emittenti li rimborsino. Si pensi, per esempio, al rischio di credito del collaterale.

In genere, le case prodotto pubblicano un TER massimo applicabile, per aiutare il risparmiatore ad una iniziale valutazione sommaria. Tale TER va da uno 0,15% – si pensi a quei panieri che riflettono gli indici obbligazionari – a circa uno 0,20% per i panieri che contengono azioni.

Fino allo 0,50% per gli ETF su asset meno liquidi, come i cosiddetti mercati emergenti o le materie prime.

Infine, esistono i costi di negoziazione che non sono specifici dello strumento.

ETF tasse

Quali sono le tasse da pagare sugli ETF? Rientrano nel regime fiscale destinato ai proventi da partecipazione degli Organismi d’Investimento Collettivo del Risparmio (noti anche con l’acronimo OICR). Tassati con aliquota sostitutiva del 26%.

Invece, gli ETF che investono in titoli pubblici italiani ed equiparati e derivanti da titoli pubblici di Stati esteri, rientrano nella White List. E sono tassati con una aliquota più vantaggiosa, del 12,50%.

Come mai? In quanto i titoli pubblici italiani da diversi anni hanno perso appeal per la loro scarsissima remunerazione. Visti più come un rifugio per piazzare i propri risparmi. Quindi, lo Stato ha pensato di renderli un po’ più appetibili con un regime fiscale più vantaggioso.

Va poi detto che è possibile compensare plusvalenze e minusvalenze al 31 dicembre. Valutando il risultato complessivo della gestione e la parte soggetta ad imposta è solo quella risultante positiva (ottenimento di una plusvalenza)

Se invece il risultato che scaturisce è negativo, saremo di fronte ad una minusvalenza, fino alla possibilità di portare al quarto anno fiscale successivo. Ottenendo così un credito d’imposta.

ETF replica fisica e replica sintetica differenza

Qual è la differenza tra un ETF a replica fisica e un ETF a replica sintetica? Quelli a replica fisica sono gli ETF che acquistano la totalità dei titoli presenti in un indice.

Gli ETF a replica sintetica sono quelli che selezionano un campione di titoli rappresentativo dell’indice. Il suo valore può essere anche differente dal benchmark.

ETF smart beta cosa sono e come funzionano

Si tratta di ETF che prendono in considerazione fattori “intelligenti” (appunto smart) nel rapporto tra ETF e indice di riferimento (benchmark).

Abbiamo gli ETF Smart Beta – Equal Weight – dove prevalgono al loro interno gli strumenti che si caratterizzano per la minore capitalizzazione.

Ancora, abbiamo gli Etf che contengono il rischio o inseriscono la valutazione di alcuni valori fondamentali. Ciò comporta un discostamento tra la distribuzione del benchmark e gli strumenti contenuti nell’Etf.

Il vantaggio di questa tipologia di Exchange Traded Funds è che garantiscono maggiore flessibilità nell’impostare una strategia. Dando varie possibilità di scelta a chi investe.

Questa tipologia particolare di Etf va però incontro ad un problema. La strategia sia di tipo qualitativa che quantitativa, ha un costo più alto rispetto a quelli normali.

Inoltre, non tutti sono considerati adeguati ai clienti privati.

ETC ed ETN cosa sono

ETC ed ETF si distinguono per il fatto che consentono di investire direttamente su un singolo elemento (per esempio un commodity o una valuta).

Gli ETC (acronimo di Exchange Traded Comodities) permettono di investire in materie prime fisiche o in contratti derivati su materie prime.

Non si tratta di strumenti OICR ed in virtù di ciò, non sono sottoposti alla regolamentazione destinata agli ETFs.

Gli ETN (Exchange Trade Notes) somigliano ad una obbligazione che replica un indice. Pertanto, va pensato come una promessa (non garantita) da parte dell’emittente di pagare l’importo prestabilito.

Gli ETN non possiedono direttamente nessun paniere di titoli ma sono dei titoli di credito. Quindi sono anche più soggetti a rischio fallimento (sono soggetti al rischio di credito).

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