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Indice Dow Jones: cos’è, come funziona e come fare trading ed investire [2021]

L’Indice Dow Jones è uno degli indici azionari più longevi e tra i più noti al mondo. Rappresenta le 30 società americane quotate in Borsa più importanti per capitalizzazione di mercato.

Tuttavia, per questa portata limitata di titoli contenuti, viene considerato ormai superato e poco rappresentativo. Rispetto per esempio all’indice S&P 500.

Vediamo come investire sull’Indice Dow Jones e se conviene.

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Dow Jones: cos’è

Cos’è l’indice azionario Dow Jones? Nome completo Dow Jones Industrial Average (DJIA), chiamato anche semplicemente Dow (/ ˈdaʊ /), è un indice del mercato azionario che, come detto, misura la performance del titolo di 30 grandi società quotate in borsa negli Stati Uniti.

Conviene investire sull’indice Dow Jones ?

L’indice viene ormai ritenuto superato e poco adeguato nel rappresentare l’economia americana nel suo complesso, essendo inclusa di soli 30 titoli azionari. Del resto, deve questo limite alle sue origini remote, risalenti alla fine del 1800.

Inoltre, il DJIA è calcolato in modo ponderato in base al prezzo delle azioni. Rispetto agli indici azionari successivi che utilizzano il valore della società. Inoltre, il DJIA non utilizza una media aritmetica ponderata.

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Indice Dow Jones: come funziona

Il valore del Dow Jones si calcola sommando i prezzi delle azioni delle società ivi, con il totale diviso per 0,152. Devi però anche sapere che tale fattore numerico viene modificato di volta in volta. In base al fatto che una società componente veda frazionato il proprio valore, per fare in modo che tale frazionamento non influenzi l’intero indice.

Lanciato il 26 maggio 1896, è il secondo più antico al mondo dopo il Dow Jones Transportation Average. Fu ideato da Charles Dow – editore del The Wall Street Journal e co-fondatore di Dow Jones & Company – e lo statistico Edward Jones.

L‘indice è gestito da S&P Dow Jones Indices, un’entità controllata a maggioranza da S&P Global. Mentre a selezionare i suoi componenti è un comitato.

Dei 30, i dieci titoli con le migliori prestazioni sono chiamati con l’appellativo Dogs of the Dow.

Indice Dow Jones: storia

Le origini dell’indice risalgono al 1884. Charles Dow compose la sua prima media azionaria. Calcolando il valore di 9 società ferroviarie e 2 industriali. Inserite nella Customer’s Afternoon Letter, un bollettino quotidiano costituito da 2 pagine di notizie finanziarie, precursore del Wall Street Journal.

Due anni dopo, le azioni in esso contenute – ad oggi il Dow Jones Transportation Average – scesero da 14 a 12. Con la rimozione di 2 società: la Central Pacific Railroad e la Central Railroad del New Jersey.

Alla fine, questo indice conteneva solo uno dei dodici titoli industriali originali che avrebbero poi composto il Dow Jones.

Il Dow Jones ha subito profonde trasformazioni a partire dagli anni ’90, con l’avanzata imperante dei titoli tecnologici. Oltre alla recessione mondiale dei primi anni ’90.

Anche la situazione mondiale era in forte fermento, tra il cosiddetto mercoledì nero che investì i mercati europei, la dissoluzione definitiva dell’Urss, la guerra in Jugoslavia, l’avanzata dei paesi asiatici.

A sorreggere il Dow Jones furono soprattutto i titoli biotecnologici.

Nell’ottobre 1997, gli eventi che circondarono la crisi finanziaria asiatica del 1997 fecero precipitare il Dow con una riduzione del 7,18% in quello che divenne noto come il mini-incidente del 27 ottobre 1997.

Tuttavia, il Dow ha continuato a superare i 9000 punti, nonostante la negatività che circonda la crisi finanziaria russa del 1998.

Il nuovo Millennio si aprì con la bolla finanziaria dei titoli dot-com, oltre che con gli attentati dell’11 settembre 2001. Che portarono l’indice Dow Jones a perdere il 14,3%.


L’indice si è comunque ripreso poco dopo gli attacchi e ha rapidamente riguadagnato tutto il terreno perso per chiudere sopra i 10.000 per l’anno.

Nel complesso, nel 2002 il Dow Jones ha registrato una perdita inferiore rispetto ad altri indici: il NASDAQ scese di circa il 75%, l’S & P 500 di circa il 50% mentre il Dow del 27%.

Poi la ripresa: Il Dow ha continuato a salire e ha raggiunto il record di 14.198,10 l’11 ottobre 2007, un segno che non è stato eguagliato fino a marzo 2013.

Nel 2008, con lo scandalo dei sub-prime, l’indice azionario Dow Jones ha perso più di 500 punti in una giornata, tornando ai minimi di metà luglio sotto gli 11.000. Successivamente l’indice ha chiuso a un nuovo minimo di 12 anni di 6.547,05 il 9 marzo 2009, [55] la sua chiusura più bassa dall’aprile 1997. Il Dow aveva perso il 20% del suo valore in sole sei settimane.

Verso la seconda metà del 2009, la media è salita verso il livello di 10.000. La media dell’indice per tutti gli anni zero del duemila ha visto una flessione del 9%. Abbastanza grave per un indice azionario. Ma, come visto, dal 2000 al 2009 gli eventi negativi sono stati troppi.

Durante la prima metà degli anni ‘10 del 2000, complici alcuni fattori di sostegno come la politica monetaria accomodante della Federal Reserve, come l’allentamento quantitativo, l’indice si è ripreso di molto.

Sebbene in quel periodo non siano mancati eventi internazionali negativi, come: la crisi del debito sovrano europeo del 2010, lo stallo del debito di Dubai World 2009 e la crisi del tetto del debito degli Stati Uniti del 2011.

Non a caso, il 6 maggio 2010, il Dow ha perso il 9,2% infragiornaliero e ha recuperato quasi tutto in una sola ora. Questo evento fu soprannominato Flash Crash. E ha costretto il governo americano a promulgare normative più stringenti.

Sei anni dopo il suo massimo precedente nel 2007, il 5 marzo 2013 il Dow ha finalmente chiuso a un nuovo record. Superando i 17.000 punti fino a un breve selloff del mercato azionario 2015-2016 nella seconda metà del 2015.

Ha poi ripreso di nuovo all’inizio del 2016 e ha superato i 25.000 punti il 4 gennaio 2018.

La volatilità è tornata nel 2018 quando il Dow è sceso di quasi il 20%. All’inizio di gennaio 2019, l’indice era salito di oltre un decimo da Natale.

Il decennio 2010 ha visto il Dow Jones passare da 10.428 a 28.538 punti, registrando quindi un +174%.

Gli anni 2020 si sono aperti molto male causa, manco a dirlo, il Covid-19.

Fino al 12 febbraio 2020, il Dow ha continuato la sua corsa al rialzo fino a sfiorare i 30mila punti. Poi ci sono stati vari crolli giornalieri, anche di mille punti. Come già accaduto nell’ottobre 2008 durante la crisi finanziaria.

La volatilità è aumentata abbastanza da innescare più interruzioni del trading di 15 minuti. Nel primo trimestre del 2020, il DJI era sceso di quasi un quarto, praticamente il suo peggior trimestre dal 1987. Per poi riprendersi nel terzo trimestre, tornando a 28.837,52 il 12 ottobre 2020.

Poi ha toccato un nuovo massimo storico di 29.675,25 il 9 novembre alle 14:00 ET, in seguito all’annuncio di “Pfizer” di aver scoperto il vaccino.

Un ulteriore balzo di 500 punti è stato fatto con la vittoria di Joe Biden, chiudendo a 30.046,24. Per poi continuare a salire per tutto il Q1 2021, sfiorando i 35mila punti mentre scriviamo.

Come investire sul Dow Jones con i CFD

I Contract for difference permettono di investire su una miriade di asset, tra cui, appunto gli indici azionari. Tra i quali l’indice Dow Jones.

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Quotazione e grafico Dow Jones

Qual è la quotazione in tempo reale dell’Indice Dow Jones? Ecco il grafico:

Aziende quotate sul Dow Jones

Quali sono le azioni inserite nell’indice azionario Dow Jones?

Le aziende che compongono l’indice Dow Jones Industrial Average sono selezionate dagli editori di The Wall Street Journal.

Ecco al momento della scrittura quali sono:

Le seguenti:

  1. 3M
  2. American Express
  3. Apple
  4. Boeing
  5. Caterpillar
  6. Chevron Corporation
  7. Cisco Systems
  8. Coca-Cola
  9. DowDuPont
  10. Salesforce
  11. Goldman Sachs
  12. Home Depot
  13. IBM
  14. Intel
  15. Johnson & Johnson97
  16. JPMorgan Chase
  17. McDonald’s
  18. Merck
  19. Microsoft
  20. Nike
  21. Amgen
  22. Procter & Gamble
  23. The Travelers Companies
  24. Honeywell International
  25. UnitedHealth Group
  26. Verizon Communications
  27. Visa
  28. Wal-Mart
  29. Walgreens Boots Alliance
  30. Walt Disney

Dunque, malgrado il numero ristretto di titoli azionari rispetto per esempio al Nasdaq 100 o al S&P 500, resta comunque un indice azionario molto rappresentativo. In quanto ci troviamo questi settori:

  • Credito, assicurazioni e finanza
  • Hardware e software
  • Alimentari e ristorazione
  • Farmaceutico / cura della persona
  • Telecomunicazioni
  • Aerospaziali
  • Petrolio
  • Automotive
  • Alluminio
  • Veicoli commerciali
  • Chimica (DuPont)
  • Catene di magazzini (Wal-Mart)
  • Entertainment (Walt Disney)

Investire sul Dow Jones: la teoria di Dow

La teoria di Charles Dow fu ricomposta grazie al lavoro di W.P. Hamilton, R. Rhea e E.G. Schaefer. Che ricomposero i suoi scritti pubblicati sul Wall Street Journal.

Questi sono i 5 postulati della Teoria di Dow Jones:

  • Prima legge: i mercati hanno tre movimenti
  • Seconda legge: i trend hanno tre fasi
  • Terza legge: il mercato sconta ogni informazione
  • Quarta legge: le medie di mercato si confermano a vicenda
  • Quinta legge: i trends sono confermati dai volumi
  • Sesta legge: i trends persistono a meno di inversioni

Conviene investire sul Dow Jones?

Sebbene nel corso del secolo scorso l’indice Dow Jones abbia perso appeal rispetto ad altri indici per il numero ristretto di titoli azionari che ne fanno parte, resta comunque un asset molto interessante sul quale investire. Poiché legato alla più grande potenza economica mondiale.

La storia dell’indice dimostra come sia molto influenzato dagli avvenimenti principali che succedono sui mercati finanziari, ma anche quelli internazionali. E molto duri in tal senso sono stati gli anni “zero”. Dove l’indice ha perso quasi un decimo del proprio valore.

Tuttavia, ha anche sempre dimostrato di riprendersi appena le condizioni lo permettevano.

Quindi, per investire sull’indice Dow Jones, conviene fare delle attente analisi, anche dei mercati internazionali e non solo americani.

Inoltre, occorre comunque essere consapevoli che si è esposti unicamente al mercato americano. Quindi, se le cose negli Usa dovessero andare male, ne risentirebbe tutto l’asset. Sebbene la diversificazione settoriale fa sempre in modo che il valore si riequilibri.

Altro fattore da tener presente è che, sebbene con un solo asset si investa su più settori e quindi i rischi siano minori, è anche vero che si goda meno dei rally dei singoli titoli azionari. Proprio perché ce ne saranno altri che faranno da freno.

Investire sull’indice Dow Jones: le FAQ

Cos’è l’indice Dow Jones?

Si tratta di un indice azionario ideato verso fine ‘800 e secondo per longevità. Ad oggi contiene 30 titoli azionari quotati sulla borsa di New York, selezionati da un comitato del Wall Street Journal.

Conviene investire sull’indice Dow Jones?

L’asset ha sia dei vantaggi e degli svantaggi. Tra i vantaggi, troviamo la diversificazione in un solo asset, che riduce i rischi. Oltre alla semplificazione dell’analisi.

Tra gli svantaggi, il fatto che il valore medio è inferiore rispetto ai singoli titoli e che si è esposti ad un solo mercato: quello americano.

Dove investire sull’indice Dow Jones?

E’ possibile negoziare sull’andamento dell’indice con broker regolamentati come eToro, Plus500 e Capital.com.

Indice Dow Jones

Conclusioni

Nome completo Dow Jones Industrial Average (DJIA), chiamato anche semplicemente Dow (/ ˈdaʊ /), è un indice del mercato azionario che misura la performance del titolo di 30 grandi società quotate in borsa negli Stati Uniti.

Oggi viene considerato limitato e superato alla luce di indici più estesi, ma resta comunque una buona fotografia dell’economia americana.

L’indice Dow Jones è anche un asset su cui investire tramite trading CFD. Se siete dei principianti è consigliabile utilizzare broker CFD semplici come eToro. Molto comoda è la funzione di copy trading che consente infatti di copiare dai migliori investitori in modo quasi semi automatico. Ed è un grande vantaggio per chi vuole fare trading sugli indici partendo con calma.

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