Cosa sono gli indicatori di trading? Come funzionano gli indicatori di trading? Come sfruttare gli indicatori di trading?
Per poter analizzare i mercati finanziari, un trader può contare su una serie di strumenti che gli consentono di poter fare delle previsioni sui movimenti futuri degli asset. Così da piazzare la puntata corretta e conseguire un profitto.
Gli indicatori di trading servono proprio a questo. Sebbene occorra sempre ricordare che uno non esclude l’altro e che messi insieme danno una panoramica più completa.
Gli indicatori di trading vanno saputi interpretare e occorre stare anche attenti a quegli indicatori di trading spacciati per infallibili ma che in realtà sono solo delle truffe.
Lo scopo di questo articolo è appunto quello di fornire una panoramica completa su questi strumenti e su quali Broker sfruttarli al meglio.
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Indicatori di trading cosa sono
Cosa sono gli indicatori di trading? Si tratta di strumenti che permettono di capire dove il trend di un asset sta per dirigersi. Che può essere rialzista, ribassista o laterale.
Occorre saper interpretare gli indicatori di trading e da soli non sono esaustivi. Bisogna pensarli come una sorta di puzzle, dove ognuno è un tassello che dà un contributo in più. Fino a realizzare l’immagine completa.
Gli indicatori di trading sono una parte essenziale dell’analisi tecnica. Ossia quella analisi che si basa sull’approfondimento dei grafici e su calcoli matematici. Dando il valore intrinseco dell’asset.
Da differenziare dall’analisi fondamentale che invece dà il valore estrinseco di un asset, prendendo in considerazione tutti quei fattori esterni che possono influenzare l’andamento dei prezzi futuri.
Per esempio, le news, i dati industriali, i bilanci aziendali, gli eventi climatici, il Pil di uno Stato, l’abbondanza / scarsità di una materia, la stabilità o instabilità politica di un Paese, un attacco Hacker, il lancio di un nuovo prodotto, la crisi di un settore, una nuova scoperta scientifica o tecnologica, l’inclusione o esclusione di un Exchange. E così via.
Ogni asset ha dei propri fattori esterni influenzanti a seconda della propria natura.
Ecco che occorre mettere insieme analisi tecnica e fondamentale, al fine di avere un quadro completo. Perché altrimenti si rischia di avere solo un quadro parziale dell’asset.
Indicatori di trading come funzionano
Come funzionano gli indicatori di trading? Mettersi a fare tutti i calcoli a mano partendo da una formula nel 2020 sarebbe assurdo. Le soluzioni, molto più facili, sono tre:
- Utilizzare i calcoli già fatti presenti sui Broker, così da avere già un valore e una situazione predeterminata
- Affidarsi ad un professionista, che svolga le analisi al posto nostro
- Utilizzare dei calcolatori online presenti su siti specifici
Qual è la solazione ideale? Diremmo che è la prima, poiché avremmo la comodità di sfruttare un servizio incluso nella piattaforma di trading che già utilizziamo.
Mentre la seconda soluzione si mostra la più onerosa, giacché dovremmo pagare una consulenza esterna per ottenere ciò che ci serve.
La terza soluzione è invece più scomoda, in quanto dovremmo fare il doppio lavoro di utilizzare un altro sito per poi ritornare sul Broker al quale siamo iscritti. Oltre che potenzialmente onerosa, visto che alcuni siti offrono questo servizio di calcolo pure a pagamento.
Una volta ottenuto il valore che ci serve, possiamo metterlo insieme ad altri per avere un quadro più esaustivo. Quindi, una analisi tecnica più completa.
Indicatori e oscillatori differenze
Quali sono le differenze tra gli oscillatori di trading e gli indicatori di trading?
- Gli indicatori di trading sono modelli matematici osservabili lungo la tendenza che è in corso, senza però avere range predefiniti
- Gli oscillatori di trading: pur considerabili sempre indicatori, si differenziano dai secondi in quanto si muovono in seno ad un range di tipo predefinito. O intorno ad una linea, quindi fanno un movimento con cui oscillano. Di qui il nome che gli viene conferito
Indicatori di trading tipi
Quali e quanti tipi di indicatori di trading abbiamo?
Possiamo dividerli in 2 grandi famiglie.
Indicatori leading
Traducibile dall’inglese in “che guidano” o “primari”, identificano le tendenze, come si sono formati e verificati. Sono molto importanti, però, non solo per dirci il passato di un asset, ma anche per capire dove andrà in futuro.
Così da fare la puntata giusta. Se è al rialzo, al ribasso o laterale.
Sebbene apparentemente sembrano utilissimi, gli indicatori leading spesso peccano di molti “falsi segnali”. Ossia di segnali che poi di fatto non si verificano.
Come accade ciò? Semplice. Non sempre un asset si muove sempre allo stesso modo, in determinate situazioni. Sarebbe troppo facile così. In tanti, con un minimo di conoscenze in materia, saprebbero fare delle previsioni azzeccate.
E’ un po’ come quando scommettiamo sul calcio. Non è detto che la squadra tecnicamente più quotata vinca sempre. Così come non è detto che due squadre che si posizionano in modo ravvicinato in classifica, pareggino.
Ecco perché diciamo che occorre mettere insieme più indicatori, per avere un quadro più esaustivo. Oltre alla succitata analisi fondamentale, che prende in considerazione anche i fattori esterni al mercato.
Occorre poi dire che sul mercato sono quotate più tipologie di asset. E ciò implica che per ciascuno di esso può essere più adatto un tipo di indicatore.
Per esempio, come si evince dal nome stesso, per le materie prime (in anglosassone chiamate commodities) va bene il Commodity Channel Index (noto anche con l’acronimo CCI).
Oltre al CCI, altri indicatori indicatori leading molto usati sono:
- Oscillatore Stocastico (OS)
- Relative Strenght Index (RSI)
- l’Average True Range (ATR)
- l’Average Directional Index (ADI)
Indicatori Lagging
Anche in questo caso, il loro nome deriva dal modo in cui funzionano. Lagging appunto, ossia in differita o in ritardo.
Ciò in quanto questo tipo di indicatore di trading individua i trend già formati o le inversioni che sono già avvenute. Quindi, rivelano il movimento del prezzo attuale, ma in modo veloce ed efficiente.
Tra i più noti indicatori lagging troviamo:
- Medie Mobili (MM)
- Moving Average Convergence/Divergence (MACD)
- Bande di Bollinger (BB)
- Parabolic Stop and Reverse (PSR)
Come i precedenti, però, anche questi strumenti rischiano di darsi delle previsioni fallaci. Si basano su dati storici, e spesso forniscono una indicazione quando si è già verificata.
Pertanto, gli indicatori lagging sono molto utili per dirci cosa un asset ha fatto in precedenza, ma non riesce a prevedere cosa farà in futuro.
Comunque, non bisogna ritenere che questa tipologia di indicatori di trading sia inutile. Tutt’altro. Come avete potuto evincere dall’elenco di prima, fanno parte di questa famiglia anche indicatori come le Bande di Bollinger o le Medie Mobili. Di cui avrete probabilmente già sentito parlare.
Infatti, i trader li trovano molti utili per ottenere la conferma di un movimento del mercato, per comprendere se le variazioni in atto del trend sono concrete oppure si tratta di falsi movimenti.
Quindi, ribadiamo anche in questo caso che da soli non bastano ma servono per suffragare altri riscontri e per essere essi stessi verificati.
Indicatori di trading migliori
Quali sono i migliori indicatori di trading? Di seguito vediamo quali sono quelli più utilizzati dai trader. Sebbene siano molto diversi tra loro.
MACD (Moving Average Convergence Divergence)
Siamo di fronte, probabilmente, all’indicatore più usato per l’analisi tecnica. Il suo successo è dovuto alla sua capacità di fornire una molte strepitosa di dati appannaggio del trader.
Il segreto dell’indicatore MACD sta nel fatto che sia composto da vari elementi interagenti tra essi, capaci quindi di produrre delle indicazioni sul trading efficienti.
Occorre prestare attenzione alla linea omonima MACD, ma anche alla Signal Line. Il segnale di trading deriva proprio dall’incrocio tra queste due linee.
A ciò occorre poi aggiungere l’istogramma del MACD, capace di mostrare i volumi di mercato. Ossia quantifica la partecipazione al trading in un determinato lasso di tempo.
Media Mobile Semplice
Meglio nota come “Simple Moving Average”, si tratta delle fondamenta di tutta l’attività di trading. Siamo di fronte ad un aspetto basilare del trading online. Uno di quegli argomenti dai quali non si può prescindere.
Il nome deriva dal fatto che questo indicatore fornisce una “media” del prezzo. Una volta calcolata, il trader la vedrà direttamente sul grafico dei prezzi.
La sua utilità sta nel fatto che grazie ad essa è possibile identificare il trend che è in corso nonché i suoi cambiamenti in futuro.
Ci sono più tipi di medie mobili, in base alla complessità del calcolo e del risultato che danno.
Indicatore Pivot Point
Questo indicatore è utile al fine di riscontrare i “punti cardine del mercato”. Identifica quelle aree di prezzo maggiormente considerate dai traders. Alias, ci dice dove si sta muovendo il mercato.
Il Pivot Point tende a comportarsi come se si trovasse vicino a supporti e resistenze (che vedremo nel prossimo sotto-paragrafo).
Supporti e Resistenze
In questo caso, si tratta di due punti che lo stesso trader dovrà tracciare sul grafico, sempre allo scopo di cercare di individuare i prossimi movimenti del mercato.
I due punti altro non sono che i due livelli che il prezzo dell’asset non riesce ad infrangere. Nel caso della resistenza, per quanto concerne il movimento al rialzo. E’ quel prezzo massimo oltre il quale egli non riesce ad andare.
Nel caso del supporto, invece, siamo di fronte a quel prezzo dell’asset sotto il quale non va. Formando una sorta di appoggio infranto.
Generalmente, quando una resistenza o un supporto vengono infranti in modo continuo, allora vuol dire che occorre alzare o abbassare l’asticella. Poiché il trend ribassista o rialzista è iniziato.
A volte però, possiamo anche trovarci di fronte delle false rotture. Magari solo momentanee. Magari può capitare che il giorno dopo, si ritorni di nuovo al livello precedente. Ecco perché occorre attendere più tempo per avere una conferma.
Scopri di più su supporti e resistenze: leggi la nostra guida qui.
Trend Line
Molto simili agli indicatori precedenti, tracciano la fase rialzista o ribassista di un asset.
La trend line consente di fotografare il prezzo di un asset in un determinato momento, ma anche se ci sono possibilità che il trend cambi.
La linea di tendenza consta in una serie di massimi e minimi crescenti o decrescenti. Qualora non si verifichino, allora l’andamento dei prezzi è di tipo laterale.
Se queste linee vengono infrante, allora anche in questo caso siamo di fronte alla possibilità che il trend stia cambiando. Ed occorre intervenire per poterne beneficiare in pieno.
Oscillatore RSI
Questo indicatore, che in realtà è più precisamente un oscillatore, ha invece la capacità di individuare individuare le aree limite del mercato.
Per sua natura, ossia quella di oscillatore, non lo vedremo sul grafico dei prezzi, ma sotto di esso. In quanto si manifesta come oscillazione tra i valori zero e 100.
L’RSI è in grado di individuare le aree di ipercomprato e ipervenduto. Sotto il valore 20 (anche se c’è chi già utilizza il limite 30) si parla di ipervenduto. Sopra il valore 80 (che per alcuni trader è in realtà 70) si parla di ipercomprato.
La scelta del limite è anche personale. Alcuni trader ritengono che limiti come 20 o 80 riescano a mostrare in modo più preciso le due fasi opposte iper.
Altri però ritengono che alzare o abbassare così tanto l’asticella, rischia di far perdere molte occasioni. Quindi preferiscono come valori limite 30 e 70.
A prescindere da ciò, l’oscillatore RSI è utile per comprendere quale potrebbe essere il prossimo movimento del mercato.
Bande di Bollinger
Il nome sembra quello di un film western o di azione, che evoca gruppi di criminali o banditi che razziano e distruggono tutto ciò che trovano.
In realtà, deludendo forse gli amanti del Cinema, il loro nome deriva semplicemente dalla formazione che creano sul grafico e dal loro inventore: John Bollinger.
Si basa sulla media mobile semplice. Il nome bande deriva dalle 3 curve che si muovono insieme al prezzo e lo avvolgono di continuo.
Il punto cruciale si intravede quando si vede il prezzo che si avvicina alla banda superiore o inferiore. E qui che il trader dovrebbe agire.
ADX
Questo indicatore serve per misurare la forza del trading. Ad idearlo è stato Welles Wilder, usandolo specificamente originariamente per le commodities.
Col tempo però, si è mostrato efficace per analizzare asset di altra natura. Si è mostrato molto utile, per esempio, per il Forex.
E’ composto da 2 variabili: +DI e – DI. Osservando questi elementi si può comprendere quanta forza ha il trend in corso. Nonché dove si sta dirigendo: se verso l’alto o verso il basso.
Indicatori di trading sono una truffa?
La risposta più logica a questa domanda è…dipende. Dipende cioè da quale piattaforma utilizziamo per reperire gli indicatori di trading.
Ci sono infatti dei siti che spacciano indicatori di trading sicuri al cento per cento. Infallibili. Quando ciò tecnicamente è impossibile.
Ci si può avvicinare al movimento futuro, si può azzeccare la previsione spesso, ma dire che sono infallibili ce ne passa.
Nessuno ha la palla di vetro o un magazine coi risultati del futuro come visto in Ritorno al futuro. Al massimo, ci sono delle formule algebriche che danno un valore, degli esperti bravi ad interpretare i grafici, ma il resto lo fa la realtà dei fatti.
Come riconoscere gli indicatori di trading truffa? Da poche semplici cose. E’ meno complicato di quanto si immagini.
Innanzitutto, diffidate dalle piattaforme prive di licenze europee per operare. E che non abbiano il beneplacito della Consob per operare in Italia.
Diffidate poi da quei siti che non spiegano tecnicamente come il loro prodigioso sistema funzioni.
Ancora, lasciate perdere quei siti dove il team di sviluppatori non si presenta. Non indica i propri profili Social. Se fossero così dei geni, non si nasconderebbero.
In genere, questi siti si fanno pubblicità sfruttando Vip a loro insaputa. In Italia, vengono spesso chiamati in causa Antonino Cannavacciuolo o Flavio Briatore.
Se siete cascati in qualche truffa del genere, giocatevi la carta di chiedere il charge back alla vostra banca. Tuttavia, ci duole precisare che il charge back – alias lo storno – è possibile chiederlo solo se la transazione è avvenuta tramite carte e non bonifico.
Indicatori di trading alternative: i segnali di trading di OBRinvest
Se gli indicatori di trading non fanno per voi o non vi ritenete ancora pronti per formularli o sfruttarne il potenziale, potete contare sui segnali di trading.
Ossia, dei suggerimenti che esperti formulano dopo aver analizzato scientificamente i mercati finanziari mediante analisi tecnica e fondamentale.
I segnali di trading sono inviati tramite sms, email o chiamata diretta. Anche se qualche Broker comincia a proporre anche i più moderni messaggi WhatsApp.
C’è un Broker in particolare che ci sentiamo di suggerirvi per ottenere segnali di trading molto accurati: OBRinvest.
Entrambi con regolari licenze, il primo prevede un solo account con un deposito minimo di 250 euro. Il secondo, prevede la possibilità di scegliere fino a 5 account, con il conto base che prevede solo 100 euro di iscrizione.
Perché i segnali di trading di questi due Broker sono particolarmente consigliabili? In quanto sono elaborati da Trading Central, colosso del settore. Premiato più volte per i servizi che offre. Come grafici, trading online, formazione, coaching personalizzato, ecc.
L’attendibilità dei segnali di trading di Trading Central si aggirano intorno all’80%. Una percentuale da considerarsi molto elevata e ben più veritiera del cento per cento.
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Alternativa agli indicatori di trading: il copy trading di eToro
Il Broker eToro (clicca qui per saperne di più) offre una alternativa tanto agli indicatori quanto ai segnali di trading. Ossia, il copy trading. Che sulla piattaforma prende il nome di CopyTrader.
Si tratta di un servizio mediante il quale un trader inesperto può copiare quanto fanno i trader rinomati. Così da imparare guadagnando.
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