Cosa sono le commissioni nel trading online? Lo scopriamo in questa guida completa sulle commissioni trading online.
Questo argomento è molto importante poiché le commissioni rappresentano un costo che finirà per ridurre il tuo profitto finale. Quindi devi sapere bene cosa sono, come funzionano e come vedere quali sono quelle previste dai broker.
Nel corso di questo articolo, ti diremo anche quali sono i broker che offrono le commissioni più basse.
Una delle scelte migliori per fare trading online è quella di utilizzare la piattaforma di eToro. Si tratta di un broker regolamentato che offre vari servizi ai suoi iscritti come il copy trading che permette di copiare dai migliori traders in modo da partire subito.
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Indice
- 1 Commissioni trading online: cosa sono
- 2 Broker senza commissioni
- 3 Come si calcolano le Commissioni trading online
- 4 Commissioni trading online: le domande frequenti
- 5 Migliori piattaforme con commissioni basse
- 6 Commissioni delle piattaforme bancarie
- 7 Meglio banche o piattaforme per fare trading
- 8 Conclusioni
Commissioni trading online: cosa sono
Cosa sono le commissioni nel trading online? Si tratta di quei costi che i broker prevedono per i servizi che offrono. Per esempio, sulle posizioni aperte, sui depositi, sui prelievi, sui conti dormienti, ecc.
Ogni broker dovrebbe riportare in modo chiaro e trasparente le commissioni che impone ai trader iscritti, senza sorprese. Poiché, alla distanza, commissioni troppo alte e frequenti finiscono per corrodere il proprio tanto sudato profitto.
Del resto, le commissioni sono una voce di guadagno per le piattaforme di trading online, quindi sono anche irrinunciabili. Tuttavia, la concorrenza tra i broker si gioca anche su questo, su chi offre le condizioni più convenienti di trading. E ciò va solo a beneficio dell’utente finale.
Ottimi poi i broker spread-only, cioè quelli che prevedono solo lo spread sulle posizioni aperte, e magari pure basse. Più in avanti vedremo i migliori.
Broker senza commissioni
CARATTERISTICHE | VANTAGGI | ||
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Copy trading 66% dei trader perde soldi | Commissioni basse | ISCRIVITI | |
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Come si calcolano le Commissioni trading online
Come calcolare le commissioni sul trading online? Calcolare a prescindere le commissioni alle quali andremo incontro, sarebbe impossibile poiché dipende anche dalla quantità della nostra attività dato che alcune commissioni sono variabili.
In genere le commissioni si dividono in fisse, variabili e percentuali.
Commissioni fisse
Le commissioni fisse sono quelle commissioni che sono sempre uguali a prescindere da quante posizioni apriamo e dall’importo. E queste sono le peggiori, poiché anche facendo poche operazioni e con somme basse, loro restano sempre uguali. Quindi, converrebbe puntare somme più alte per mitigarle, ma resta comunque un rischio maggiore.
Le commissioni fisse sono generalmente quelle imposte dalle banche, che infatti sono meno convenienti rispetto ai broker.
Commissioni variabili
Sono quelle commissioni che variano invece in base al numero di operazioni di trading aperte in un determinato periodo, che vengono imposte se si supera o non supera una certa cifra di prelievo o nelle posizioni assunte, ecc.
Una commissione variabile molto diffusa è anche quella sui conti dormienti, ossia quando il trader è inattivo per un minimo di tot mesi. Queste commissioni sono un sollecito per il trader per aprire posizioni, altrimenti, col tempo, rischia che esse divorino il suo conto.
Commissioni percentuali
Infine, le commissioni tradotte in percentuali sono quelle che prevedono una aliquota fissa e a cambiare sono gli importi su cui si calcolano.
In tal caso, occorre preventivamente fare un calcolo di quanto viene a costare e anche le percentuali devono essere riportate in modo trasparente per potersi fare un’idea.
Commissioni trading online: le domande frequenti
Si tratta di quei costi che i broker impongono per i servizi che offrono, le posizioni aperte e nel caso di conti dormienti.
Conviene averne bene l’idea poiché col tempo finiscono per ridurre i profitti del trader, quindi vanno bene soppesati in anticipo.
Generalmente si tratta di commissioni fisse e commissioni variabili. Le prime, gravano sul trading a prescindere dal quantitativo di operazioni effettuate e degli importi investite. Le seconde variano in base al tipo di trading svolto.
Significa che la piattaforma di trading non impone commissioni sull’eseguito ma solo lo spread. In questo modo, il profitto risulterà essere più elevato.
Migliori piattaforme con commissioni basse
Scegliere broker con commissioni basse è dunque molto importante e risulta una scelta vincente. Ecco alcuni broker che suggeriamo.
eToro
Il broker eToro prevede commissioni basse sui servizi che offre. Ecco perché eToro si lascia preferire:
- Servizi principali offerti: CopyTrader, per copiare i migliori trader; CopyPortfolios, per investire su panieri di asset divisi per categorie e performance; Social trading, per interagire con gli altri trader iscritti al broker; eToroX, per investire sulle criptovalute tramite Exchange e wallet
- Licenze possedute: FCA, CySEC, ASIC
- Deposito minimo: 200 euro
Puoi iniziare a fare trading con la piattaforma di trading di eToro cliccando qui.
Plus500
Il broker Plus500 è molto noto ed operativo da molti anni. Ecco cosa offre:
- Servizi principali: assistenza clienti in Live chat; 32 lingue disponibili; alert mail che avvisa sui trend più interessanti; +2.500 asset disponibili per il trading
- Licenze possedute: CySEC, FCA
- Deposito minimo: 100 euro
- Conto demo: 40mila euro che si ripristina quando scende sotto i 200 euro
Puoi iniziare a fare trading CFD con Plus500 cliccando qui.
OBRinvest
Il broker OBRinvest non ha niente da invidiare ai precedenti. Ecco alcune caratteristiche:
- Servizi principali previsti: ebook scaricabili gratuitamente; webinar gratuiti organizzati da esperti; segnali di trading offerti da Trading central; assistenza dell’IA di Buzz
- Licenze possedute: CySEC
- Deposito minimo: 250 euro
- Conto demo: 100mila euro
Puoi iniziare a fare trading con la piattaforma di OBRinvest cliccando qui.
XM.com
Il broker XM.com chiude la nostra rassegna dei migliori broker. Ecco alcune caratteristiche:
- Servizi principali previsti: +1.000 asset disponibili; 0 spread su 0 pip; 16 piattaforme di trading disponibili; +30 premi ottenuti
- Licenze possedute: CySEC, ASIC, IFSC, DFSA
- Deposito minimo: 5 euro
- Conto demo: 100mila euro
Per saperne di più sui servizi di XM.com clicca qui.
Broker spread only
Cosa significa che un broker è spread only? In pratica, che la piattaforma di trading online non prevede commissioni sui trades aperti ma solo uno spread.
Cos’è lo spread? Nel trading (dato che è anche la misura per confrontare i titoli di stato) è la differenza tra il prezzo di acquisto (ask) e il prezzo di vendita (bid) quotati per un asset. E’ quell’elemento che determina i prezzi degli asset nel trading tramite i Contract for difference. Infatti, quasi tutti i broker, così come i market maker e altri fornitori quotano i loro prezzi proprio sotto forma di spread.
Commissioni delle piattaforme bancarie
In genere, sconsigliamo di fare trading online con le banche, giacché prevedono commissioni molto più alte rispetto ai broker.
Oltretutto, se non si è già clienti della banca presso cui vogliamo avviare la nostra attività di trading, saremo anche costretti ad aprire un conto corrente. Diventando di fatto clienti a tutti gli effetti, con tutti i vantaggi, certo, ma anche gli svantaggi che ciò comporta.
Ecco due esempi di commissioni sul trading previste dai broker.
Commissioni di trading di Intesa Sanpaolo
Intesa SanPaolo è un colosso bancario, il primo in Italia per capitale gestito, servizi offerti e capillarità territoriale. E’ nato dalla fusione tra due già importanti gruppi bancari: la milanese Banca Intersa e il torinese gruppo Sanpaolo. A loro volta già contenenti varie realtà bancarie. Negli anni, poi, hanno dato vita ad altre acquisizioni che ne hanno consolidato il primato.
Banca Intesa Sanpaolo prevede una piattaforma di investimento apposita per il trading online, chiama in modo inequivocabile e diretto Trading+. E’ utilizzabile da chi ha una formula bancaria virtuale, quindi basata sul cosiddetto Home banking.
Rispetto ad un broker, che prevede una veloce iscrizione (ottemperando comunque ad alcune fasi che riguardano le normative anti-riciclaggio) fare trading con Intesa Sanpaolo significa dover prima aderire ad un contratto di investimento e a dei servizi aggiuntivi.
Ecco in modo sintetico, quali sono le commissioni e i costi di trading previsti da Intesa Sanpaolo:
1. Canone mensile di 25 euro per poter accedere alla piattaforma Trading+. Il quale può essere però azzerato se si effettuano un minimo di venti operazioni nel mese precedente
2. E’ possibile aderire a 2 tipologie di profilo:
- Flat: commissione fissa di 7 euro per operazioni in Italia e 11 euro per l’estero
- Profilo Permillare: commissione variabile dello 0,10% per l’estero con un minimo di 3 euro e un massimo di 18 euro; dello 0,18% per l’Italia con un minimo di 1,50 euro e un massimo di 18,50
La scelta è in base alla propria tipologia di trading. Si dà il caso che il Profilo Flat è per chi investe massicci capitali, mentre quello Permillare è più adatto ai trader retails. Tuttavia, pur essendo inferiori al precedente, si rivelano comunque elevati e sconvenienti alla distanza
Commissioni di trading di Directa
Directa si presenta in un formato più moderno e accattivante, ma non manca di commissioni fisse sconvenienti malgrado questo volto moderno.
Ecco le principali tipologie di commissioni previste da Directa:
- Proporzionale: tipo di commissione percentuale che fluttua dallo 0,13 allo 0,19% in base al controvalore negoziato. Somiglia molto al Profilo Permillare di Intesa San Paolo
- Fisso: si chiama così perché prevede una commissione fissa, indipendentamente dalla negoziazione. Parliamo di una commissione di circa 9 euro per ogni operazione su Azioni americane
- Digressivo: questo tipo di commissione è adatto per chi pratica il trading intraday, dato che prevede un costo di commissione che si riduce via via aumentando le operazioni eseguite. Dunque, finisce per convenire a chi svolge molte operazioni, magari soprattutto lo scalping
Directa non prevede altri costi, per esempio per i conti dormienti, la tenuta titoli, ecc. Quindi, tutto sommato si mostra più vantaggiosa rispetto a Intesa Sanpaolo, ma comunque non conveniente rispetto a broker come eToro o Plus500.
Inoltre, un grosso limite di operare tramite banca Directa è quello di poterlo fare solo in Euro. Ed in effetti per certe tipologie di trading online può essere scomodo oltre che sconveniente. Per esempio, se l’operazione viene eseguita in valuta estera, lo stesso sistema eseguirà una conversione automatica. Sulla base del tasso di cambio vigente in quel momento. E potrebbe dunque finire per essere un ulteriore costo per il trader.
Come detto, se è vero che Directa rispetto alle banche tradizionali, presenta commissioni meno alte, lo sono sempre al cospetto dei broker prima elencati. Dunque, Directa può convenite per chi movimenta cifre considerevoli.
Una commissione di 9 euro non impaurirà certo chi investe migliaia di euro per ogni posizione. Invece, se il vostro importo non supera i 2 zeri, allora cominciano ad essere un problema.
Meglio banche o piattaforme per fare trading
Giunto fin qui probabilmente ti darai la risposta da solo. Meglio operare tramite broker, sempre però quelli con regolare licenza per farlo e senza affidarti a truffe varie ed eventuali.
I broker, oltre a darti una maggiore autonomia operativa, offrono anche più servizi interessanti. Si pensi, per esempio, a eToro. Che offre la possibilità di copiare quanto fanno i trader migliori (Popular investors), quindi imparare da loro già guadagnando.
Oppure, a Plus500 che ti invia delle mail di avviso quando gli asset che preferisci intraprendono trend interessanti, così da non perderti le migliori occasioni.
Oppure, si pensi a OBRinvest, che ti permette di usare un servizio come i segnali di trading elaborati da un colosso del settore quale Trading central. Quindi beneficerai del suggerimento di esperti pluripremiati.
Poi c’è la questione commissioni. Abbiamo visto prima come le banche facciano gravare sul trader delle commissioni fisse sconvenienti, adatte per chi invece capitali elevati.
Dunque, ricapitolando, se hai la possibilità di investire capitali elevati e preferisci avere una assistenza continua e un servizio di consulenza, allora puoi affidarti alle banche. Fermo restando che ormai i broker hanno raggiunto ottimi livelli professionali, quindi possono risultare utili anche per i trader cosiddetti istituzionali.
Se invece sei un trader retails, quindi alle prime armi o che comunque investe somme basse, allora ti conviene usare i broker di trading CFD.
Conclusioni
Dunque, le commissioni di trading sono quei costi che le piattaforme impongono ai trader per i servizi che offrono. Meglio scegliere broker che offrono commissioni basse, poiché alla lunga pesano sul profitto del trader.
Le commissioni sono fisse (non cambiano al cambiare del trading), variabili (cambiano), percentuali.
Rispetto alle banche, comunque, i broker tendono a prevedere commissioni ben più basse. E le prime si lasciano preferire per i trader professionali e istituzionali.